Lautaro Martinez sta vivendo una stagione molto importante per la sua carriera, arrivato al suo quarto campionato di Serie A, i tifosi si aspettano la definitiva affermazione da top player.
Dopo due stagioni di grande intesa con Lukaku, creando la famosa coppia d’attacco “Lula”, in estate l’attaccante belga è stato ceduto a titolo definitivo al Chelsea. Dopo questo “inaspettato” addio, il Toro è stato chiamato a guidare l’attacco nerazzurro per questa stagione. Per ottimizzare le sue performance, la dirigenza ha individuato il 35enne Dzeko come partner ideale per affiancare Lautaro in attacco.
Dopo un grande inizio di stagione, in cui l’attaccante argentino è andato a segno ben 11 volte in 17 giornate, la sua vena realizzativa ha subito un’importante battuta d’arresto. Prima della tripletta messa a segno nel match di San Siro contro la Salernitana, era dal 17 Dicembre che Lautaro non entrava nel tabellino dei marcatori, casualità vuole che l’ultima vittima sia stata ancora la squadra di Salerno.
Analisi situazione chiave
Andando ad analizzare nello specifico la performance di Lautaro nella sfida casalinga contro la Salernitana, sorprendono i 10 tiri tentati dall’attaccante, quasi il 13% del totale del suo campionato. Di queste 10 conclusioni, 5 hanno preso lo specchio della porta, di cui 3 gol e 1 traversa.
Per quanto riguarda la disposizione sul terreno di gioco, l’Inter ha giocato con il solito 3-5-2. Davanti Dzeko si è posizionato sul centro sinistra, mentre Lautaro sul centro destra. Nello sviluppo della manovra offensiva Lautaro cercava maggiormente lo spazio in profondità, mentre Dzeko andava più incontro ai compagni, per ricevere palla sui piedi ed impostare l’azione.
Questa dinamica possiamo chiaramente vederla nell’azione che porta alla traversa colpita dal Toro. In quest’occasione Dzeko arretra la sua posizione, portandosi con sé il difensore della Salernitana Dragusin e ricevendo palla nei piedi. Dzeko scarica su Barella, nel frattempo Lautaro si trova con grandi spazi davanti a sé per via della mancanza del difensore granata. Il difensore accortosi della pericolosità della situazione cerca poi di recuperare posizione, ma Barella lancia con i tempi giusti il 10 che attacca la profondità per la ricezione del lancio.
Una situazione simile si ripete pochi minuti dopo in occasione del primo gol. Anche questa volta Dzeko arretra molto, ma a differenza di prima Dragusin mantiene correttamente la posizione. Il difensore però, invece di coprire il taglio di Lautaro, decide di avanzare la sua posizione provando a mettere il 10 in fuorigioco. Lautaro è abile a non andare oltre la linea e con il bellissimo filtrante di Barella si trova a tu per tu con Sepe, siglando l’1-0 che spiana la strada all’Inter.
Per quanto riguarda il posizionamento del 10 quando l’azione si sviluppava sulle corsie laterali, lui andava solitamente ad attaccare il primo palo, con Dzeko a centro area per sfruttare i suoi centimetri e l’esterno opposto sul secondo palo.
In occasione del terzo gol questa predisposizione tattica viene però mutata, Dumfries rinuncia alla discesa sulla fascia, lasciando invece che sia Dzeko ad occupare la zona di campo esterna. In questo caso il giocatore bosniaco è molto abile nel ricevere palla e mettere un ottimo cross rasoterra. Su quest’ultimo si fionda proprio Lautaro, che con un dei suoi classici tagli sul primo palo, fulmina per l’ennesima volta Dragusin sul tempo e batte Sepe per il 3-0.
Serata da incorniciare per Lautaro
È stata sicuramente una serata da incorniciare sia per Lautaro che per l’Inter in generale, era importate per la squadra nerazzurra interrompere il digiuno da gol e vittorie, nonché per Lautaro ritrovare quella confidenza con la porta avversaria vista ad inizio stagione.
Con la tripletta realizzata, il Toro raggiunge 14 gol in campionato e quota 4 triplette con squadre di club. Da segnalare come altra nota positiva, la grande intesa dimostrata sia con Dzeko che con Barella, quest’ultimi autori di due prestazioni sontuose.
Analisi tecnico-tattica di Alessandro Rosa
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