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Sì alla quinta punta: c’è un rischio non più trascurabile. Ma solo a una condizione

La dirigenza nerazzurra si interroga sul bisogno di puntellare il reparto di attacco già a gennaio.

Quinta punta sì, quinta punta no. Il dibattito è aperto. Lo è da prima che cominciasse il campionato, a dire il vero. Perché i dubbi sull’affidabilità del reparto offensivo sussistevano già ai blocchi di partenza, una volta appurata la scelta strategica della società di completare il pacchetto con due elementi ‘attempati’ (Sanchez e Arnautovic) dall’indiscutibile valore tecnico e dalla ben più opinabile tenuta fisica.

Dubbi che un qualche tipo di fondamento, evidentemente, l’avevano. L’infortunio di Arnautovic ha scoperto una lacuna – l’unica, probabilmente – di un organico globalmente profondo e attrezzato per competere su più fronti, ma estremamente fragile nel comparto attaccanti. Oggi l’Inter si ritrova a dover spremere i due centravanti titolari, Lautaro e Thuram, pregando che nessuno dei due si prenda un raffreddore, figurarsi un infortunio muscolare o ancor peggio traumatico. La prima e unica alternativa, allo stato dell’arte, è Sanchez, che ha però caratteristiche adatte soltanto a determinate situazioni di gioco: il Niño è un rifinitore, bravo a legare i reparti, ma ha doti antitetiche a quelle del riferimento offensivo da alternare a capitan Lautaro.

Nessun dramma in atto, beninteso. Anche perché i tempi di recupero di Arnautovic potrebbero accorciarsi: gli ultimi spifferi da Appiano danno conto di un possibile rientro contro l’Atalanta il prossimo 4 novembre. Tra meno di un mese, dunque, Inzaghi potrà nuovamente contare su tutti e quattro i suoi attaccanti. Ma il problema potrebbe riproporsi: il rischio è concreto, e certamente non trascurabile. E allora sì, il dibattito sulla quinta punta potrebbe far presto capolino anche negli uffici dei dirigenti in viale della Liberazione. Ragionamenti in atto ce ne sono già, con ogni probabilità. Ma è verosimile che si attenda il rientro dell’austriaco, per testarne la condizione da qui a fine dicembre, prima di sciogliere le riserve su una questione così importante. Con un precetto fondamentale, ben chiaro a Marotta, Ausilio e Baccin: comprare tanto per comprare, nelle secche finanziarie di questa fase storica, non avrebbe alcun senso. Serve l’occasione giusta: Mehdi Taremi, in scadenza con il Porto a giugno, può rientrare in questa casistica. La rosa di nomi è tutt’altro che variegata. Quinta punta sì, dunque. Ma solo se ne vale davvero la pena.

Fonte: TMW

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