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Juventus, Danilo: “Questo è l’anno zero, un nuovo inizio. Essere capitano è un motivo di grande orgoglio”

Le parole del difensore bianconero

Il capitano bianconero Danilo, come riporta SportMediaset, ha rilasciato un’intervista a TNT Sports Brasil. L’intervento del difensore carioca si è focalizzato sul particolare e inatteso periodo vissuto dalla sua squadra: “La società è impegnata nella sostenibilità finanziaria, sta pensando a lungo termine. Sento che questo è l’anno zero, un nuovo inizio. Vogliamo tornare in Champions League e a essere rispettati in tutto il mondo del calcio. Naturalmente vogliamo anche lottare per il titolo fino alla fine, proprio come in Coppa Italia“.

LA FASCIA DA CAPITANO –Essere capitano di questa squadra è motivo di grande orgoglio. Una squadra di grande tradizione come la Juventus è sempre stata ben rappresentata a lungo da giocatori italiani, ma quest’anno sono diventato capitano della squadra. Questo per la mia esperienza, per il mio modo di comunicare con i compagni, con gli arbitri e con l’universo Juve. Il fatto che la decisione dell’allenatore sia stata accettata così bene, soprattutto dai miei compagni di squadra, mi riempie di orgoglio. Mi sento parte del club, della città e delle sue tradizioni“.

I PUNTI DI RIFERIMENTO IN BIANCONERO –Gigi Buffon è stato un giocatore che ho sempre ammirato molto, ma dopo averlo visto da vicino, dopo averlo avuto nel mio quotidiano, posso dire che è il mio più grande idolo nel calcio. È la persona con cui mi identifico per quanto lavora duramente, per quanto è umile, per quanto cerchi di condurre una vita normale nonostante sia stato un uomo di calcio impareggiabile. Quando parlava aveva un’aura diversa. Un altro idolo è Cristiano, per il modo in cui ha sempre vissuto la sua carriera e si è curato come un vera azienda. Forse è unico nel calcio“.

IL COMPAGNO DI REPARTO –Federico Gatti è un giocatore che quattro anni fa giocava ancora nelle categorie amatoriali e da un momento all’altro si è ritrovato alla Juventus, poi in Champions League e nella Nazionale italiana, un mondo molto diverso da quello a cui era abituato. Ricordo che quando è arrivato stava cercando casa, mi disse di averne trovata una vicino all’aeroporto di Torino. Ho subito pensato che non fosse un posto dove di solito alloggiano i calciatori della Juventus. Mi disse che era quello che gli conveniva di più in quel momento. Era appena arrivato, non aveva un contratto stratosferico. Ho pensato che a volte gli insegnamenti nella vita arrivano quando meno te lo aspetti”.

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