Italia, Prandelli: “Dopo 15 anni di chiacchiere, è il momento di agire. O rischiamo di non andare ai prossimi Mondiali”
Cesare Prandelli, ex c.t. della Nazionale italiana tra il 2010 e il 2014, è intervenuto ai microfoni di Radio Rai, commentando l’eliminazione degli azzurri da Euro 2024 per mano della Svizzera. Di seguito alcuni passaggi tratti dall’intervista:
I PROBLEMI DEGLI ULTIMI 15 ANNI – “Quando succedono questi eventi, vediamo tutto nero. Sono più di 15 anni che stiamo dicendo le stesse cose, adesso è il momento di farle. Dobbiamo cercare di curare di più i nostri settori giovanili e i nostri centri federali, dobbiamo cercare di capire come far crescere il talento in Italia. Noi negli ultimi 15 anni abbiamo seguito delle mode: il possesso palla e il ‘giochismo’. Abbiamo prodotto buoni, ma non ottimi giocatori dal punto di vista tecnico, ma abbiamo perso le punte, gli esterni che giocano l’uno contro l’uno. Ci vuole tempo, però bisogna avere la forza di fare le cose. Devono mettersi assieme la Federazione e la Lega e mettere in campo un programma sportivo ampliato a 360 gradi fin dai bambini“.
SPALLETTI E GLI INTERPETI – “Cambiare Spalletti? Assolutamente no. È facile dire che non sia un selezionatore, ma con la Svizzera cosa poteva fare? Ha provato a cambiare, le ha provate tutte, ma sono mancati temperamento, carattere, determinazione, voglia di vincere. Se ci fosse stato in campo un Chiellini, probabilmente avremmo fatto qualcosa in più. I protagonisti sono i giocatori: l’allenatore può fare tanto, ma se gli interpreti sono questi…Molte squadre sono uscite con dignità, noi non lo abbiamo fatto.
MONDIALI A RISCHIO – “Il rischio di non andare ai Mondiali c’è. Quando nel 2014 fummo eliminati, in conferenza stampa dissi: ‘ma siamo sicuri che nei prossimi anni ci andremo?’ Già ai tempi avevamo dei dati che mostravano un trend di grande negatività in prospettiva. La nostra crisi parte da piccolini, continuiamo a essere in crisi e questo è il momento di fare, di mettere in campo delle proposte, di creare un pool di persone che abbiano voglia di dare qualcosa al calcio. Non servono i contratti, serve la volontà di fare qualcosa“.
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