“Non mi dovete chiamare, non così”I Il nuovo tecnico mette i paletti: retroscena a poche ora della nomina

Illustrazione di una stretta di mano (Pixabay FOTO) - www.notiziesecche.it

Illustrazione di una stretta di mano (Pixabay FOTO) - www.notiziesecche.it

Il nuovo tecnico è appena arrivato, ed incomincia già a a mettere i puntini sulle “i”. Alcuni retroscena sono incredibili!

Ci sono allenatori che, appena metti piede in campo o in palestra, ti piazzano subito dei bei paletti. Regole chiare, zero discussioni: orari da rispettare, impegno massimo, niente telefonini e testa sempre concentrata. E se qualcuno prova a fare il furbo, parte subito la ramanzina.

Da fuori può sembrare esagerato, tipo “ma dai, è solo sport”. In realtà quei paletti servono a creare disciplina e rispetto, sia verso se stessi che verso il gruppo. Non è per cattiveria, anzi: spesso i coach più severi sono quelli che ci tengono davvero a farti crescere.

Certo, non è facile andare d’accordo con un allenatore che ti controlla pure se respiri nel modo giusto. A volte ti verrebbe voglia di mandarlo a quel paese. Però, col senno di poi, ti rendi conto che quella rigidità ti ha insegnato anche un po’ a cavartela nella vita.

Alla fine, ogni allenatore ha il suo stile: c’è chi preferisce la mano dura e chi lavora più sull’empatia. Ma i paletti, se messi con intelligenza, sono come una cornice: ti aiutano a dare il meglio senza perdere la direzione. E ogni tanto, ammettiamolo, ci servono proprio.

Una storia commovente

Alberico Evani si racconta come non aveva mai fatto prima nel suo nuovo libro, un progetto carico di emozioni e ricordi veri. Ex stella del Milan e ora assistente di Roberto Mancini in Nazionale, Chicco (come lo chiamano tutti) ha presentato in anteprima la sua opera a MilanTV. 

Ripercorrendo la sua carriera, Evani parla dei tanti anni vissuti in rossonero, delle vittorie incredibili e delle amicizie che resistono ancora oggi. Sfogliando le pagine, si scopre non solo il campione ma anche l’uomo, con i suoi valori, la sua semplicità e quella timidezza che, nonostante tutto, lo ha sempre reso speciale. 

Alberico Evani nel 2020 (LaPresse FOTO) - goalist.it
Alberico Evani nel 2020 (LaPresse FOTO) – goalist.it

Un viaggio tra ricordi e sentimenti

Nella prefazione, scritta da Arrigo Sacchi, viene fuori tutto l’affetto verso Chicco e il suo amore puro per il calcio: per lui il pallone era come un amico, qualcosa di molto più grande di un semplice gioco. E nel libro, Evani riesce a far emergere anche il suo lato più privato, parlando per la prima volta in modo aperto della sua famiglia.

Non a caso il titolo scelto per il libro è una dichiarazione forte: “Non mi dovete chiamare, non così”. Un modo per ribadire la sua identità, il suo modo di essere. Insomma, il libro sembra davvero interessante, e lo possiamo già trovare in libreria.