Napoli-Inter è la partita più importante di giornata ma le due squadre non soffrono psicologicamente la sfida e si giocano la gara senza paura.
La partita inizia subito con un’occasione per l’Inter dove Dimarco, in fase di costruzione (come di consueto) mette palla lunga per Lautaro che era venuto incontro, così come Perisic, per portare via Di Lorenzo dalla propria zona di competenza mentre Calhanoglu si stacca sulla fascia per ricevere palla dalla sponda della punta centrale e Fabian Ruiz non riesce a seguirlo anche se, Calhanoglu vicino l’area di rigore rallenta e subisce il ritorno dello stesso Fabian. L’Inter è molto aggressiva come suo solito e recupera immediatamente palla con Perisic che arriva a mettere un cross in mezzo sul secondo palo dove però non trova la testa di Dumfries che nel frattempo aveva tagliato sul primo.
Dopo appena tre minuti di gioco il Napoli risponde con Osimhen che si procura un calcio di rigore con De Vrij che sbaglia il tempo dell’intervento e finisce per colpire il giocatore nigeriano. Tutto ciò avviene su una rimessa laterale battuta da Mario Rui che dopo uno scambio con Zielinski che scatta in profondità e non viene seguito né da Brozovic (che è l’uomo che dovrebbe essere in marcatura sul polacco) né da Barella che era nelle vicinanze. Di fatto, Zielinski arriva a crossare basso in mezzo dove Osimhen non riesce ad agganciare la sfera per il contatto di De Vrij. L’arbitro in un primo momento non vede il contatto e viene richiamato dal VAR; Insigne sul dischetto trasforma un rigore tirato a mezz’aria ma imprime molta potenza al pallone ed Handanovic, anche se intuisce l’angolo, non riesce ad arrivare.
L’Inter nel primo tempo non è aggressiva come lo è stata all’andata e dà possibilità al Napoli di girare palla dietro per poi trovare l’imbucata centrale per andare dal trequartista che è solo e può girarsi puntando la porta dove aver saltato completamente la pressione dell’Inter che è lenta.
In fase di pressione, il Napoli decide di attaccare Dimarco e Skriniar con le due ali (Politano e Insigne rispettivamente) mentre lascia il duplice compito ad Osimhen di andare a pressare su De Vrij e di aiutare Zielinski a limitare Brozovic. Inoltre quando l’azione è sulla fascia sinistra, Politano esce sul centrale laterale nerazzurro e Insigne stringe verso il centro per andare in marcatura sulla mezz’ala più vicina (Barella). In questo caso, all’andata l’Inter si aiutava calciando in maniera diretta su una delle due prime punte che poi avrebbero fatto la sponda per uno degli esterni o per uno dei difensori centrali laterali che si staccava dalla linea dalla difesa e questo, nel primo tempo si è visto molto poco lasciando a volte a Dimarco e Skriniar giocate pericolose uscendo palla al piede dalla pressione del Napoli. Da notare inoltre che rispetto all’andata sulla punta centrale spesso si trova Lobotka e non uno dei centrali di difesa in quanto il Napoli si trovò in difficoltà se la punta nerazzurra riusciva a fare la sponda con successo all’esterno.
In fase di costruzione, il Napoli riesce a tenere i terzini liberi per fargli ricevere palla perché la posizione alta delle due ali del Napoli dà fastidio agli esterni interisti che non riescono più ad uscire sui terzini come all’andata in quanto sono più lunghi e non sono vicini al terzino, allungando la propria distanza in campo, i due esterni interisti non possono scalare sui terzini napoletani e quindi, in questo caso Mario Rui, ha parecchi metri a disposizione per giocare palla con tranquillità da dietro.
Nel primo tempo si nota la confusione in fase di pressione da parte dell’Inter: le due punte arrivano a pressare il Napoli in fase di costruzione mettendo Rrahmani in una condizione non semplice per giocare il pallone. Perisic che è l’esterno di sinistra va a pressare Di Lorenzo costringendolo ad andare indietro verso Rrahmani, Calhanoglu va su Elmas che è subentrato al posto di Politano posizionandosi come ala destra ma Barella e Brozovic non accorciano sui due centrocampisti del Napoli che ricevono palla da un buon passaggio di Rrahmani e il ricevitore che è Fabian in questo caso, ha tanta libertà a disposizione per potersi girare, pensare e giocare palla saltando completamente la prima pressione dell’Inter. Il Napoli del resto ha a centrocampo degli ottimi giocatori che, riuscendo a giocare palle del genere vanno a fare sempre male all’Inter, facendo arrivare i propri attaccanti sistematicamente al tiro in porta.
Un’altra costante che il Napoli trova con efficacia nel primo tempo, è la posizione di Insigne che in fase di possesso non è sempre larga: quando il capitano del Napoli trova i tempi e le situazioni di gioco adatte, dalla sinistra si direziona verso il centro del campo sulla trequarti avversaria staccandosi dalla marcatura di Dumfries e trovandosi di fatto quasi sempre libero perché Brozovic è impegnato nella marcatura su Zielinski, una volta servito è in grado di girarsi e andare a fare male alla difesa nerazzurra.
Il primo tempo termina 1-0 per la squadra di casa che ha dimostrato in campo una certa predominanza tattica data anche la mancanza di aggressività da parte dell’avversario che è una caratteristica che li contraddistingue. Il Napoli ne ha approfittato portandosi più volte in modo minaccioso in area di rigore dell’Inter ma non riuscendo ad approfittare delle varie occasioni di gioco create non riuscendosi a portare almeno sul raddoppio. Con ogni probabilità, l’episodio iniziale dopo appena tre minuti di gioco a favore dei partenopei ha comunque condizionato la prima frazione di gioco che ha dato tanta carica all’ambiente ed ai giocatori di casa, mentre ha demoralizzato ed ha tolto aggressività alla squadra ospite soprattutto nella fase di pressione non riuscendo a recuperare palloni importanti sulla costruzione di gioco avversaria, lasciando anche alcune marcature scoperte, così come avvenne all’andata. Il Napoli è una squadra comunque da un importante tasso tecnico che in queste situazioni riesce a fare male gli avversari.
Inizia il secondo tempo ed in un minuto l’Inter trova il gol del pareggio: da una rimessa laterale battuta da Dumfries Lautaro fa finta di andare incontro per poi ricevere palla dalla sponda di Dzeko. Lautaro viene contrastato da Mario Rui in modo poco efficace e riesce a mettere un traversone in mezzo per Dzeko che non viene preso né da Koulibaly né da Rrahmani (probabilmente la marcatura su Dzeko doveva avvenire da quest’ultimo) che è libero di schiacciare verso la porta di testa anche se colpisce male, la palla carambola su Di Lorenzo per poi ritornare fortunosamente sui piedi di Dzeko che riesce a mettere il pallone alle spalle di un incolpevole Ospina.
Ciò che si denota nel secondo tempo diventa la posizione di Dumfries in fase di non possesso in quanto nel primo tempo era basso su Insigne, nel secondo invece sale alto sul terzino sinistro partenopeo facendo aumentare l’aggressività della squadra nerazzurra e facendo scivolare Skriniar su Insigne in marcatura. Questa situazione in fase di non possesso è stata probabilmente cambiata negli spogliatoi in quanto l’Inter era sotto di un gol, ma nonostante il pareggio l’Inter mantiene questo assetto in quanto l’intenzione è di vincere la partita. Di fatto, Dumfries vince la maggior parte dei duelli con il terzino portoghese anche se l’Inter non riesce a sfruttare a pieno questa situazione arrivando comunque poi poche volte a calciare in porta, è sicuramente un qualcosa che la squadra di Inzaghi poteva sfruttare meglio.
Con le girandole dei cambi, dopo che era stato sostituito Politano con Elmas al 26’ per infortunio ed al 74’ Fabian con Zambo Anguissa, 5 sostituzioni (2 per l’Inter e 3 per il Napoli) arriveranno all’82’: l’Inter toglie dal campo Lautaro e Calhanoglu per Sanchez e Vidal tenendo lo stesso ed identico assetto tattico, mentre il Napoli toglie Insigne, Osimhen e Zielinski inserendo in campo Ounas, Mertens e Juan Jesus andando a cambiare sistema di gioco stando con 3 difensori centrali, Di Lorenzo e Mario Rui come esterni a tutta fascia, Lobotka vertice basso con Anguissa ed Elmas mezz’ali, e facendo giocare vicini Mertens ed Ounas; arriva quindi a schierarsi a specchio con l’Inter con un 5-3-2 in fase di non possesso ed un 3-5-2 in fase di possesso.
I minuti a disposizione per il Napoli per provare a far male con questo nuovo sistema di gioco sono pochi, anche se l’Inter prova ad approfittarne soprattutto con Mario Rui che a volte sbaglia la posizione in fase di non possesso lasciando a Dumfries molto campo e libertà; quando si verifica questa condizione è costretto ad uscire Juan Jesus sull’esterno olandese.
Al 90’ saranno cinque i minuti di recupero dove però le due squadre non si fanno male e si portano a casa un punto a testa che le tiene entrambe ben ancorate alla corsa scudetto.
Curiosità del match: probabilmente sarà il record dell’anno in quanto Alexis Sanchez dal minuto 74 è pronto per subentrare a Lautaro ma per ben 8 minuti il gioco non si interrompe mai. Il cileno guadagnerà l’ingresso in campo solo all’82’.
Analisi tecnico-tattica di Antonio Bonomo
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