Cagliari-Napoli è una partita che, dopo i risultati della 26ª giornata, diventa cruciale in quanto offre punti fondamentali ad ambo le squadre dopo i pareggi di Salernitana, Genoa, Venezia ed Udinese per i sardi e le sconfitte di Atalanta e soprattutto Inter ed i pareggi di Milan e Juventus per i partenopei.
Il Cagliari si dispone col classico 3-5-1-1 con Cragno tra i pali; Lovato al centro della difesa con i due braccetti che sono a destra Goldaniga ed a sinistra Altare; i due esterni a tutta fascia sono a destra Bellanova ed a sinistra Dalbert, al centro il vertice basso è Grassi con le due mezzali che sono a sinistra Baselli ed a destra Deiola; il trequartista è Pereiro con un’unica punta, il capitano Joao Pedro.
Il Napoli, un po’ a sorpresa, va a Cagliari a giocarsi punti pesanti schierandosi quasi a specchio con Ospina tra i pali; Koulibaly è il centrale di difesa con i due difensori laterali che sono Rrahmani a destra e Juan Jesus a sinistra; i due esterni a tutta fascia sono Mario Rui a sinistra e Di Lorenzo a destra, Demme è il vertice basso davanti alla difesa mentre Zielinski affianca il tedesco stando però in una posizione più avanzata; Elmas affianca Mertens sulla trequarti dietro a Petagna. Dunque è un 3-4-2-1.
La partita nel primo tempo lascia poco spazio allo spettacolo in quanto il Cagliari è molto aggressivo ed il Napoli ne risente in quanto non riesce a girare palla come al solito e trova poche verticalizzazioni pericolose. Un dato che testimonia la poca spettacolarità della partita nel primo tempo è data anche dal numero dei falli: la media nel primo tempo di falli commessi in Serie A è di 13 falli. Nella prima frazione all’Unipol Domus invece il totale dei falli è stato 22 (9 per il Cagliari e 13 per il Napoli).
Il Cagliari rispetto al Napoli, nel primo tempo sviluppa molto più gioco e lo fa soprattutto portando di braccetti di difesa in proiezione difensiva e tenendo gli esterni larghissimi per far andare in difficoltà gli esterni del Napoli sulle marcature, Joao Pedro centrale in area di rigore e l’esterno opposto che va ad attaccare il secondo palo sul cross.
Il Cagliari, in fase di costruzione da parte dei partenopei, va a pressare sempre molto alto non dando mai possibilità di fraseggio al Napoli. È vero che la pressione così alta del Cagliari e la tanta aggressività porta il Napoli, anche da rimessa dal fondo, a lanciare lungo a cercare Petagna e non a costruire dal basso com’è abituata a fare la squadra di Spalletti.
L’unica azione degna di nota che il Napoli riesce a creare nel primo tempo, parte da un movimento da Mario Rui che va verso il centro del campo dove viene servito da Zielinski mentre Mertens si allarga sulla fascia che di fatto fa andare in difficoltà le marcature sarde e va al tiro senza essere ostacolato da nessun difensore/centrocampista.
Il primo tempo si chiude dunque 0-0, ma con un canovaccio ben predefinito dove il Cagliari, con l’aggressività, mette in grande difficoltà il Napoli impedendogli di costruire gioco come sono ben abituati i partenopei a fare, il Napoli di contro non riesce nemmeno a sfruttare Petagna in quanto arrivano pochissimi lanci lunghi giocabili per la punta partenopea.
Nel secondo tempo il Cagliari scende in campo sempre con la stessa “garra” mostrata nel primo tempo ed il Napoli cerca di adeguarsi. A questo punto il Napoli prova qualche lancio lungo in più andando a sfruttare anche il movimento di Mario Rui verso il centro del campo, ma i risultati purtroppo non sono migliori di quelli del primo tempo. Minuto 50:30.
Anche nel secondo tempo il Cagliari cerca di attaccare in maniera abbastanza importante dalle fasce (questo è dovuto anche perché il Napoli in mezzo al campo fa molta densità) creandosi la prima azione importante del secondo tempo con Deiola che si inserisce bene in area di rigore e non è seguito da nessuno, raccoglie sul dischetto un cross basso di Dalbert mentre Joao Pedro spinge la linea difensiva del Napoli verso la porta e Bellanova attacca il secondo palo, ma finisce per calciare malissimo e sprecare una ghiotta occasione per i sardi.
Come nel primo, anche nel secondo tempo il Cagliari è molto aggressivo e cerca di togliere qualsiasi opportunità di palleggio al Napoli andando a marcare a uomo sulla costruzione avversaria. Continua a mettere in estrema difficoltà il Napoli che non riesce a trovare le giocate giuste per elidere la pressione molto alta del Cagliari.
Anche il gol del Cagliari arriva da una situazione creata dalle fasce, in particolare in questo caso la destra, dove Pereiro si sposta per portare un maggior numero di giocatori in fascia, riceve per poi spostarsi verso il centro e calcia in porta indisturbato in quanto nessun giocatore del Napoli va a contrastarlo. Il tiro non è dei migliori ma si insacca in rete grazie ad un infortunio di Ospina che però, molto probabilmente, si è trovato in difficoltà dopo il rimbalzo per via di una folata di vento che ha deviato leggermente il pallone mettendolo fuori causa.
Dopo il gol del Cagliari, il Napoli cerca di essere più propositivo con qualche azione individuale in più anche se comunque non riesce ad arrivare a calciare verso la porta e quindi, al 66’, Spalletti opta per fare 3 cambi: entrano Fabian, Osimhen e Ounas per Juan Jesus, Demme e Petagna. In questo modo il Napoli cambia modulo e passa ad una difesa a 4 schierandosi con un 4-3-3.
Dopo il gol del vantaggio, il Cagliari abbassa leggermente la pressione iniziale sulla costruzione del Napoli che trova più ritmo di gioco e velocità soprattutto grazie agli appena entrati Fabian e Osimhen.
Il Napoli per attaccare si sbilancia e soffre in alcune occasioni le ripartenze del Cagliari che può continuare a fare male attaccando dalle fasce: arriva a sfiorare il gol del raddoppio dove solo un miracolo di Ospina tiene a galla il Napoli quando su un cross di Bellanova (arrivato da un passaggio di Pereiro che parte sempre largo) il Napoli difende solo centralmente e sul primo palo e Malcuit nel frattempo non copre la zona.
Il Napoli al minuto 86’ riesce a trovare il pareggio: tutto parte da un calcio d’angolo per il Cagliari che viene battuto direttamente in porta ed Ospina si supera per togliere la palla della porta (è la terza grandissima parata di giornata dopo l’infortunio avuto sul tiro di Pereiro) e la palla arriva tra i piedi di Ounas che la porta fino a centrocampo per poi appoggiarsi dietro a Rrahmani che gira su Fabian.
A questo punto il Cagliari torna rapidamente dietro ma comunque non riuscendo a coprire bene tutte le zone di campo ed in particolar modo la fascia sinistra dove Mertens e Mario Rui sono in una sorta di 2 vs 1 contro Zappa, la palla arriva a Mario Rui che viene controllato in maniera un po’ passiva da Zappa che non lo riesce ad ostacolare un ottimo cross messo sul secondo palo dove si trova Osimhen che salta con più cattiveria rispetto ad Altare che è in marcatura e sigla la rete dell’1-1.
La partita finisce dunque 1-1 ed è un punto che tiene il Cagliari comunque ancorato alla zona salvezza mentre il Napoli è ancora in piena corsa scudetto e soprattutto guadagna un punto sull’Inter.
La partita sicuramente non è andata come si aspettavano i pronostici della vigilia che vedevano il Napoli favorito in quanto il Cagliari meritava probabilmente i 3 punti giocando una partita su altissimi livelli di aggressività ed a tratti di qualità andando a sfiorare il raddoppio dopo il gol del vantaggio in più occasioni, dove l’unica colpa che hanno i sardi e non riuscire a buttare il pallone in rete per siglare un 2-0 che, probabilmente sarebbe stato definitivo vista la prestazione del Napoli.
Il Napoli invece non è riuscito a mettere quella qualità in campo che contraddistingue la squadra di Spalletti, qualità che era necessaria soprattutto data la forte aggressività del Cagliari, al 66’ però, con i cambi, Spalletti rivoluziona il Napoli sia in modulo che in mentalità andando a mettere in campo due giocatori che, nonostante le fatiche di coppa e gli infortuni, si sono messi a disposizione della squadra cambiando di fatto il canovaccio della partita mettendo qualità e rendendo finalmente il Napoli più pericoloso, trovando infine il gol del pareggio confezionato da Osimhen con un gran colpo di testa di pura cattiveria.
Il risultato dunque è più stretto al Cagliari che meritava la vittoria oltreché per meriti propri anche per demeriti dei partenopei che hanno aspettato fin troppo per trovare quella qualità che poteva mettere in grande difficoltà il Cagliari. È chiaro che per i partenopei influisce il calendario fitto di impegni soprattutto a cavallo con il doppio confronto con il Barcellona.
Dunque 2 punti persi per il Cagliari (attore di una grande partita che però ha la colpa di non chiudere la partita al momento giusto) ed 1 punto guadagnato per il Napoli giocando nettamente al di sotto delle proprie capacità, probabilmente anche per stanchezza fisica.
Analisi tecnico-tattica di Antonio Bonomo
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