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Venuti: “Non ho mai pensato di andare via. “Tutto cuore e niente piedi?” Ci convivo, le critiche uno stimolo”

“La competizione mi stimola, mi piace confrontarmi con giocatori forti. Mi sono sempre ritagliato il mio spazio”

Moena, stadio Benatti, 19.07.2022, conferenza stampa Venuti, foto Lisa Grelloni. Copyright Goalist.it

Oggi in conferenza stampa, da Moena, luogo che in queste due settimane ospita il ritiro della Fiorentina, si è presentato Lorenzo Venuti:

Come stai? Che cosa respiri in questo ritiro?

“Sto meglio, sto recuperando da una botta che ho avuto a Firenze nei primi giorni di allenamento, preferisco stare più a riguardo ora e guarire al 100%. Si respira un grande entusiasmo e credo che la presenza di tanti tifosi l’abbia dimostrato. Un’area he fa respirare anche a noi. Il merito è nostro, tutta una conseguenza del bel lavoro svolto dal mister e dalla squadra”.

Anno del ritorno della Fiorentina in Europa, che effetto ti fa? Commisso non è qui fisicamente ma segue sempre le vostre avventure, qual è il messaggio che vi fa arrivare?

“Poterci giocare la qualificazione all’Europa è una gioia immensa, Firenze merita questo. Sono contento, è una prima volta per molti in squadra e l’averla raggiunta è un motivo ancora in più di vanto. Per quanto riguarda il presidente so che ci sta seguendo. Ci sprona sempre a continuare a fare”.

Come hai vissuto la scorsa stagione anche quando sei stato posto al centro delle critiche? Hai mai pensato di andar via?

“Forse ho dato troppa importanza a queste persone, era una minoranza poco rilevante ma l’ho vissuta bene perché per uno scemo ci sono talmente tante persone che l’attenzione deve essere spostata su di loro. Non ho mai pensato di andare via, per me Firenze è tutto”.

Vivi una sfida quotidiana con l’ambiente… Quando è andato via Torreira hai detto quando è morto un Papa se ne fa un altro…

“Per quella che è la mia mentalità, la mia voglia di fare, le critiche sono stimoli. Io ci convivo con Venuti è tutto cuore e niente piedi, cerco semplicemente di far parlare il campo e far ricredere queste persone, mi sto prendendo le mie rivincite. Per Lucas, come nell’indole di noi fiorentini, era una battuta-verità. C’è stato molto clamore, Torreira è stato fondamentale l’anno scorso, ma non è stato l’unico. La Fiorentina ha raggiunto gli obiettivi. Morto un Papa se ne fa un altro, perché tanti calciatori importanti a Firenze sono andati via. Credo che Amrabat abbia concluso il campionato in maniera straordinaria”.

La Fiorentina sta facendo un gran mercato, può essere il gruppo il segreto di questa squadra?

“Il top player è il gruppo. In campo si scende in 11, ci si allena in 25-26. I risultati nel lungo termine sicuramente te li porta il gruppo, e credo che sia quello che è successo l’anno scorso. C’è stato qualcuno che ci ha fatto fare questo step mentale ed abbiamo dimostrato di poter ambire a ben altro della salvezza”.

Gollini, cosa provi a rivederlo a distanza di qualche anno?

“Fa assolutamente piacere l’ho vissuto poco e da piccolo. Però siamo sempre rimasti in contatto, ritrovarlo qui è bello. Ti fa capire quanta strada hai fatto, ed ora lottiamo per gli stessi obiettivi”.

“Io voglio la Champions” ha detto Italiano…

“Come spesso succede ogni anno, ci si riempie sempre la bocca di traguardi come è giusto che sia. Di conseguenza la nostra mentalità deve essere quella di alzare l’asticella ogni anno ma bisogna andare avanti per step. Bisogna mantenere il lavoro fatto l’anno scorso, i nuovi devono entrare nei meccanismi ma poi l’appetito vien mangiando. Senza darsi da oggi un obiettivo ben preciso ma cercando di capire dove possiamo arrivare”.

“Spero ci siano nuovi Venuti qui alla Fiorentina, perché ti senti la maglia addosso. Mi posso soffermare su Alessandro Bianco, dall’anno scorso si allena con noi, è sveglio e nonostante non abbia mai giocato con i grandi ha quella malizia che a me piace. Pierozzi anche è un giocatore molto valido, e si vede che ha fatto un’annata con i grandi. Sono convinto che nelle nostre Under ce ne siano molto grandi”.

Una linea vicina a quella della società, ti senti nello spogliatoio la prosecuzione di essa?

“Credo che tra società e spogliatoio ci sia un’unione di intenti… se così non fosse l’anno prossimo non avremmo raggiunto questi risultati. Penso che questo modo di agire stia portando i suoi risultati. Mi piace come stanno gestendo lo spogliatoio. Lì dentro tutti fondamentali“.

L’anno scorso nel tuo ruolo a farti concorrenza c’era un Real Madrid, il prossimo anno sarà forse Dodò. Ti preoccupa questo?

“Io come ho detto prima, la mia mentalità è che la competizione mi stimola, credo faccia bene a tutti. Questa moda di titolare o no negli ultimi anni si è persa. Credo sia questa la chiave, tenere tutti sull’attenti, chiunque può giocare. Sono contento di chi arriverà, ogni anno sono stato messo in competizione. Io sono fiero di quello che ho fatto, perché mi sono sempre ritagliato il mio posto. Sarà da stimolo per me”.

Si parla sempre di questo dualismo…

“Pietro parte dietro nelle gerarchie di canto, ma spero abbia la stessa attitudine che ha in campo, se così fosse… può raggiungere gli altri due”.