Vince il Mondiale, poi perde la passione: si ritira a soli 29 anni | Oggi scala le montagne

Illustrazione della Germania campione del mondo nel 2014 (LaPresse FOTO) - goalist.it
Da campione del mondo, alla fine di un’era. Purtroppo, ad un certo punto la passione è svanita e si è dedicato ad altro.
Ci sono calciatori che sembrano destinati a una carriera lunghissima… e poi, all’improvviso, si ritirano prima dei 30 anni. A volte è il fisico a cedere, altre volte è la testa che non regge più la pressione.
Non tutti vivono il calcio allo stesso modo: per qualcuno è una passione, per altri diventa un peso insopportabile. Alcuni, però, si ritirano per motivi banali, o perché hanno perso la passione per questo sport.
E poi ci sono quelli colpiti da infortuni seri. Marco van Basten, per esempio, si è ritirato a 28 anni, anche se per molti restava uno dei più forti di sempre.
In fondo, lasciare così presto fa sempre un certo effetto. Per noi tifosi, sembrano eterni. Ma per loro, sono ragazzi che cercano solo un po’ di pace. E a volte, l’unico modo per trovarla è smettere.
Dalle stelle al…ghiaccio
Quando pensiamo a un campione del mondo, ci immaginiamo trofei, gloria eterna e magari una lunga carriera fino a 35 anni suonati. E invece no. André Schürrle, sì proprio lui, quello che fece l’assist a Götze nella finale del Mondiale 2014, ha deciso di dire basta a 29 anni. A sorpresa. Senza troppi fronzoli. Non era un problema fisico, non c’erano infortuni insormontabili: semplicemente, non ce la faceva più. A reggere il gioco, l’ambiente, le pressioni.
Ha lasciato tutto e ha ricominciato da zero. E quando dico zero, intendo freddo polare, gelo vero. Il ragazzo ha scelto una sfida fuori dal comune: il metodo Wim Hof. Uno di quei percorsi estremi che ti mettono davanti a te stesso, senza filtri. Respiro, resistenza, ghiaccio. È come passare dal Maracanã al Polo Nord. Letteralmente.

Una sfida…impossibile
Schürrle si è messo in testa di sfidare i propri limiti in modo assurdo: ha scalato il Monte Śnieżka, tra neve e vento, completamente a torso nudo. Sì, hai capito bene. Niente maglietta, niente giacche tecniche. Solo pelle, muscoli e forza mentale. Le condizioni erano folli: quasi -20 gradi e raffiche a 100 km/h. Ma lui ce l’ha fatta.
E in fondo questa frase racconta tutto. Non è solo sport, è trasformazione personale. Dall’atleta professionista al cercatore di qualcosa di più profondo, Schürrle ha trovato la sua nuova via lontano dai riflettori. E chi lo sa, magari tra un po’ lo vedremo scalare un’altra vetta impossibile. Stavolta magari in ciabatte.