L’Atalanta cresce con i cambi, la Juve bene in costruzione. L’analisi tattica

Atalanta e Juventus si sono affrontate a Bergamo nella sfida valevole per la 25ª giornata di Serie A. È stato uno scontro diretto molto importante, poiché queste due squadre giocano per ottenere un posto in Champions League. É emerso un dato statistico abbastanza indicativo che ha accompagnato la squadra bianconera all’arrivo di questo match, la Juve non ha mai vinto una partita contro le prime quattro della classifica. C’era da invertire questa tendenza, anche perché la squadra di Torino non ha mai impressionato (in termini di prestazioni) ogni volta che ha affrontato: Inter, Napoli, Milan e la stessa Atalanta nella gara di andata. Quindi, anche in virtù di questo, la Juventus è arrivata a questa partita con un determinato livello di carica. Di contro, l’Atalanta veniva da un periodo non proprio positivo (l’ultima vittoria è stata registrata contro il Venezia in Coppa Italia) e da due sconfitte in casa (contro Cagliari e Fiorentina) molto pesanti. Sul campo si è notata, infatti, la voglia delle due squadre di portare a casa i tre punti.

Lo schieramento delle due formazioni

La Juventus si è schierata con il classico 4-3-3, visto anche nella partita contro il Verona. A differenza dello scorso match, Allegri ha rinunciato a Zakaria e Arthur per far posto a McKennie e Locatelli. L’altro cambio registrato è stato quello di Bonucci al posto dell’indisponibile Chiellini. Probabilmente, il tecnico bianconero voleva sfruttare l’abile capacità dell’americano di inserirsi negli spazi che la difesa dell’Atalanta poteva lasciare. Ricordiamo che la squadra nerazzurra sta facendo molta fatica, in termini di rendimento, nelle partite giocate fra le mura amiche. Dybala e Morata sono stati confermati come ali del tridente offensivo, viste le ultime prestazioni molto positive e Vlahovic rimane il terminale avanzato.

L’Atalanta ha scelto di optare per il 3-4-1-2, con la difesa che abbiamo visto spesso quest’anno (Djimsiti a sinistra, Demiral al centro e Toloi a destra). A centrocampo c’è stata la conferma totale dei quattro (Hateboer, Freuler, De Roon e Zappacosta), dopo la partita contro la Fiorentina. Koopmeiners è stato schierato come trequartista del ‘’tridente’’, mentre Boga e Muriel sono stati i due terminali offensivi.

Strategia della Juventus per controbattere il pressing dell’Atalanta

La Juventus ha cercato di costruire il gioco, adottando il principio del: ‘’passare per attirare’’. Era necessario poterlo applicare, in quanto l’Atalanta non cambia mai il proprio modello di gioco e ha approcciato il match con le caratteristiche che la contraddistinguono. La squadra bergamasca è risultata pronta ed aggressiva con i suoi giocatori, attraverso un pressing ultra-offensivo. Con palla a Szczesny, i due attaccanti andavano a uomo su De Ligt e Bonucci. Locatelli veniva schermato in maniera stretta da Koopmeiners, mentre i due terzini (Danilo e De Sciglio) venivano controllati dagli esterni atalantini. De Roon e Freuler erano subito pronti ad aggredire se le due mezzali della Juventus avessero potuto ricevere. È risultato subito chiaro l’obiettivo dell’Atalanta, ossia quello di rompere la costruzione di gioco avversaria e lasciare il compito di impostare le trame di gioco al portiere della Juventus.

La contromossa organizzata dalla squadra bianconera, allo schieramento di gioco della compagine atalantina, è stata quella di dilatare il più possibile i due interni di centrocampo avversari e cercare l’opzione dell’attacco diretto verso una delle ali che veniva incontro. Così facendo, sia Morata che Dybala potevano attirare su di loro il difensore avversario di parte e giocare il pallone sul lato opposto, per sfruttare il 2vs2 che poteva crearsi. Oppure trovare la mezzala opposta o quella vicina, che andavano a ricevere alle spalle del proprio marcatore.

Un’altra risposta è stata quella di accettare la pressione avversaria e giocare corto per far arrivare la palla ai terzini. In questo modo, la Juventus poteva impiegare l’attacco diretto e avere, quindi, l’opzione lunga su Vlahovic. L’attaccante serbo è molto dotato dal punto di vista fisico e atletico, perciò si poteva accettare il suo duello contro Demiral. Sulla seconda palla, c’era l’ala di parte che attaccava lo spazio in verticale lasciato da Vlahovic e la mezzala dello stesso lato in accorciamento. La zona di caduta più frequente del pallone era il centro-destra, forse per sfruttare maggiormente le caratteristiche di Morata, in quanto Dybala veniva quasi sempre incontro.

Un’altra soluzione, per favorire la circolazione della palla, è stata quella di Danilo che andava ad effettuare un taglio interno alle spalle di Boga. Questo era possibile quando McKennie poteva compiere i suoi inserimenti e occupare gli spazi in verticale. In quelle poche volte che l’Atalanta ha mostrato alcune falle nel pressing, la Juve ha cercato di sviluppare il gioco in maniera rapida e veloce. I centrocampisti, in queste circostanze, potevano godere di una certa libertà e giocare di prima ogni rifornimento che gli giungevano. Da una di queste situazioni, è nata una delle occasioni più importanti della partita. Dopo un recupero palla, Djimsiti si è trovato fuori posizione e ha dovuto accorciare su McKennie, che di prima è riuscito a pescare Dybala in profondità nello spazio lasciato dall’albanese. De Roon era in ritardo e non è riuscito a contenerlo, ma l’argentino non ha saputo sfruttare l’opportunità e ha calciato fuori di poco da ottima posizione.

Nel caso in cui la Juventus riusciva a portare a termine con successo la propria strategia, i bianconeri cercavano di entrare in area di rigore con i cross provenienti dalla destra. Quando crossava il terzino, l’area veniva occupata da McKennie sul primo palo, da Vlahovic che tagliava verso il centro e da Morata che presidiava la zona sul lato opposto. Oppure insistevano nel voler trovare i duelli 1vs1, isolando il ricevente del pallone e cercando qualche imbucata centrale. Dybala ha giocato una buona partita in zona di rifinitura, facendosi trovare spesso in condizioni di ottenere dei palloni giocabili.

Le difficoltà dell’Atalanta nell’essere pericolosa in zona offensiva

L’Atalanta, d’altro canto, ha mostrato molte difficoltà nel garantire una determinata fluidità di manovra. La Juventus cercava di dare fastidio alla costruzione di gioco, con un pressing offensivo e orientando l’Atalanta ad effettuare un giro palla abbastanza sterile nel primo terzo di campo. Soprattutto con palla a Sportiello, la squadra di casa non riusciva a trovare sbocchi ed i propri riferimenti principali. La compagine bianconera, inoltre, ogni volta che perdeva il possesso del pallone, tentava di impostare una transizione negativa finalizzata al recupero molto rapido della sfera. Molte seconde palle sono state raccolte dai giocatori della Juventus, anche in zone offensive.

È evidente che la Dea ha trovato molte difficoltà, soprattutto ad inizio match. Nel corso del primo tempo, tuttavia, la Juventus è scesa d’intensità e ha iniziato ad arretrare il proprio baricentro. L’Atalanta era un po’ più libera di costruire il gioco, optando anche per un abbassamento di Koopmeiners che agiva come fonte primaria per garantire una buona circolazione della palla. L’obiettivo dell’Atalanta era quello di sfruttare il rombo in costruzione fra i 3 difensori ed il play, per poi smistare la palla sul lato sinistro del campo e sfruttare quella catena laterale. I continui movimenti di Boga, che veniva in sostegno della catena per garantire la superiorità numerica, sono stati molto importanti per cercare quantomeno di avere un possesso consolidato.

Tuttavia, la Juventus, che poteva disporsi con il suo consueto 4-4-2 in fase di non possesso, riusciva ad ottenere due linee molto strette e complici anche gli ottimi ripieghi di Morata e Dybala, la squadra bergamasca ha dovuto girare il pallone da destra a sinistra e viceversa per trovare sbocchi, fallendo ogni opportunità. Soprattutto, la compagine di casa ha avuto molti problemi per andare a riempire la zona di campo che Boga e Muriel lasciavano. I due attaccanti, infatti, venivano spesso incontro al pallone per aiutare la manovra, ma nessuno andava ad occupare quegli spazi abbandonati e la difesa della Juve, di conseguenza, poteva leggere benissimo ogni situazione. Comunque, la partita dell’Atalanta, a lungo andare, è cresciuta di intensità e soprattutto i giocatori hanno cominciato ad avere più coraggio e più intraprendenza. Koopmeiners ha iniziato ad essere più pericoloso quando riceveva palla, aumentando anche la qualità delle sue giocate. Inoltre, creava dei grattacapi alla difesa della Juve con dei tagli profondi. Da uno dei suoi inserimenti nasce una palla gol molto importante per Boga, con un tiro ben deviato da De Ligt.

L’Atalanta accresce la sua pericolosità con i cambi effettuati nel secondo tempo

Il secondo tempo inizia in maniera pressoché simile al primo tempo. È la Juventus ad avere le migliori occasioni, specialmente con un tiro potente di Vlahovic sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Nonostante ciò, intorno al 60′, l’Atalanta ha operato delle sostituzioni che hanno cambiato un po’ la partita. Gasperini ha rilevato Zappacosta per Maehle e, soprattutto, ha tolto dal campo uno spento Muriel per Malinovskyi. L’ucraino è risultato essere determinante non solo per il gol segnato tramite una splendida punizione, ma anche perché ha dato una nuova linfa alle trame offensive della propria squadra. Infatti, ha creato molti problemi alla difesa avversaria ed il fatto di non avere un vero e proprio attaccante di ruolo, ha anche aiutato Koopmeiners ad essere più pericoloso con i suoi inserimenti profondi. Proprio da una di queste situazioni, è nata un’occasione molto importante grazie all’olandese che è andato ad occupare benissimo la zona lasciata da Boga e ha sfiorato il tap-in vincente su una conclusione sporca da parte dello stesso ivoriano. La Juventus ha effettuato i suoi cambi dopo aver incassato il gol del vantaggio. Allegri ha inserito: Kean, Cuadrado ed Aké in tal modo da avere più freschezza sugli esterni e sfruttare un po’ la stanchezza dei difensori laterali atalantini. La Juventus è riuscita a trovare il gol del definitivo 1-1 con Danilo, grazie un calcio d’angolo ben battuto da Dybala.

In definitiva, questo è un pari che può accontentare un po’ entrambe le squadre, ma per motivazioni diverse. L’Atalanta può essere soddisfatta del risultato, perché ha dimostrato di essere stata capace di non perdere terreno e ha anche una partita in più da recuperare. C’è un po’ di amarezza per aver subito il gol nel finale di gara, ma tutto sommato è stato un risultato giusto. Soprattutto per le difficoltà che ha incontrato in molti frangenti del match. La Juventus, d’altro canto, può essere contenta per la buona prestazione che ha offerto sul campo. La Vecchia Signora sta trovando risposte molto positive con questo 4-3-3 che sta proponendo dopo l’acquisto di Vlahovic, poiché le serviva proprio un terminale offensivo che allungasse la squadra avversaria.

Analisi tecnico-tattica di Giuseppe Duca

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