Roma-Atalanta: giallorossi bene in profondità, la Dea senza idee. L’analisi tattica
La Roma e l’Atalanta si sono affrontate nella 28esima giornata del campionato di Serie A.
Entrambe le squadre venivano da un periodo non esattamente brillante, in quanto sia per i giallorossi che per i bergamaschi, gli ultimi risultati e le prestazioni non sono risultati essere impeccabili. La squadra di casa veniva da un’importantissima vittoria a La Spezia, ottenuta al novantottesimo minuto, al termine di una gara che si era fatta molto complicata. Anche l’Atalanta è stata in grado di strappare i tre punti nell’ultima giornata di campionato disputata, con una bella vittoria a Bergamo contro la Sampdoria. Dopo qualche risultato un po’ così, sia la Roma che l’Atalanta sono riuscite a vincere nel turno precedente di campionato e, pertanto, c’erano molti ingredienti che lasciavano presagire ad un match combattuto ed intenso.
La Roma ha optato per il 3-5-2, con il solito Rui Patricio tra i pali. Il terzetto difensivo era composto da: Mancini, Smalling e Kumbulla. I due quinti di centrocampo erano: Karsdorp a destra e Zalewski a sinistra. Il mediano scelto è stato il solito Cristante, mentre i due interni sono stati: Pellegrini e Mkhitaryan. Mourinho, infine, ha preferito Abraham e Zaniolo come terminali offensivi del suo sistema di gioco.
L’Atalanta, per questa partita, è scesa in campo con un inedito 4-2-3-1 con Musso a difendere la propria porta. I quattro della linea difensiva sono stati: Hateboer, Demiral, Palomino e Zappacosta. La zona nevralgica del campo è stata occupata da De Roon e Freuler. La linea di trequartisti è stata composta da: Pessina, Koopmeiners e Pasalic. Il terminale offensivo è stato Miranchuk, novità di questa partita.
La Roma riesce a mettere in crisi il sistema difensivo dell’Atalanta con poche mosse
La squadra di casa, sin da subito, si è dimostrata essere subito in palla e la manovra è risultata sempre molto fluida e con una strategia di gioco ben definita. In fase di costruzione, i due difensori laterali non si allargavano molto rispetto al centrale. Questo perché, a differenza di altre volte, i due quinti di centrocampo non andavano subito a guadagnare profondità. Entrambi si abbassavano in fase di costruzione del gioco (Karsdorp di più rispetto a Zalewski, che rimaneva in una posizione intermedia) e andavano a posizionarsi in una zona molto ampia. Questa mossa è risultata essere abbastanza decisiva per l’esito finale della partita. L’Atalanta cercava di opporsi a questo schieramento di gioco con il suo classico pressing asfissiante ed ultra-offensivo. La squadra ospite portava Miranchuk su Smalling, i due esterni sui difensori laterali della Roma e i due terzini dovevano uscire alti sui quinti della Roma.
Koopmeiners cercava di schermare Cristante per togliere la fonte di gioco centrale. Ebbene, i giallorossi sono riusciti a disinnescare questa soluzione difensiva ed aggressiva dei bergamaschi e, quindi, trovare molti vantaggi sfruttando i punti di forza degli avversari. L’obiettivo della Roma era quello di cercare di attirare il pressing dell’Atalanta utilizzando anche tentativi per provocare ciò. Infatti, la squadra della capitale ha optato spesso per dei passaggi avanti-dietro, proprio per chiamare il pressing ultra-offensivo degli avversari. Lo scopo primario in fase di costruzione della Roma era quello di effettuare un giro palla difensivo per arrivare ai quinti opposti, oppure passare direttamente da Rui Patricio a Karsdorp.
Contemporaneamente, gli interni di centrocampo effettuavano movimenti ad ‘’ancora’’ per cercare di svuotare la zona di campo dietro il blocco di pressione dell’Atalanta. Quindi, una volta che la palla transitava nella zona dei quinti di centrocampo, immediatamente veniva lanciata lunga per pescare i due attaccanti. L’attacco diretto è funzionato benissimo in questa partita, vista anche l’ottima qualità di Abraham per quanto riguarda la difesa del pallone e gli inserimenti profondi e senza palla di Zaniolo. L’Atalanta ha fatto un po’ di fatica nel difendere questa situazione di gioco. I centrocampisti giallorossi hanno avuto più una funzione di liberare spazi, piuttosto che di tentare di provare a giocare in maniera più ragionata. Oltre ai due attaccanti giallorossi, quello che ha avuto un maggiore estro è stato Zalewski, infatti la squadra di casa, oltre all’attacco diretto per mandare in tilt la difesa avversaria, si appoggiava molto sull’esterno polacco in tal modo da creare sortite individuali ed attaccare sull’1vs1 in fascia. Il gol vittoria della Roma è nato proprio su una situazione descritta precedentemente. Karsdorp ha intercettato il pallone dopo un passaggio sbagliato di Pasalic ed il suo primo pensiero è stato di lanciare lungo per pescare Zaniolo, che nel frattempo si era già smarcato preventivamente e aveva attaccato lo spazio in verticale. Dopo un controllo di palla perfetto dell’attaccante italiano, quest’ultimo ha imbeccato Abraham che è riuscito a finalizzare al termine di una bella giocata, usata per mandare fuori tempo Demiral.
L’Atalanta non riesce a proporre il proprio gioco e ad adattarsi all’avversario
La squadra bergamasca, di contro, si è subito messa in evidenza in negativo. La sua manovra di gioco è risultata essere, sin dalle primissime battute, molto contratta e con veramente poche idee. Gasperini ha rivoluzionato un po’ i propri principi di gioco, forse memore anche della partita d’andata in cui la Roma aveva giocato una gara pressocché simile a questa. Il tecnico italiano ha abbandonato alcuni suoi principi, come quello della marcatura a uomo ed infatti la scelta di una difesa a 4 è stata orientata in questo senso. Ma il problema principale è stato proprio questo, in quanto i difensori dell’Atalanta non sono per niente abituati ad un sistema di marcature a zona e questa partita lo ha dimostrato.
Demiral e Palomino hanno fatto veramente molta fatica, perché non dovevano più seguire il proprio uomo di riferimento, ma provare a tenere una linea più stabile e cercare di guardare dapprima la posizione dei propri compagni di reparto. Oltretutto, la difesa a 4 ha dato anche altri problemi, come nell’aggressione alta e nella costruzione di gioco. Infatti, l’Atalanta andava a pressare il quinto della Roma (che era in possesso palla) con un terzino, mentre l’altro rimaneva bloccato per tenere una superiorità numerica contro i due attaccanti della Roma. Ma questa scelta non ha, in ogni caso, dato i frutti sperati. Infatti, i giallorossi giocavano il proprio attacco diretto nella zona che il terzino bergamasco, uscito in pressione, lasciava scoperta.
Di conseguenza, la linea difensiva dell’Atalanta si dilatava per andare a coprire. In fase di costruzione di gioco, l’Atalanta non riusciva a far progredire la manovra in maniera fluida, infatti i centrocampisti giravano palla in maniera molto lenta. La Roma non ha preferito effettuare un pressing offensivo, ma ha scelto di impostare un baricentro ad altezza intermedia e provare a fare densità centrale, per poi andare immediatamente a chiudere gli spazi laterali in maniera aggressiva. L’Atalanta, infatti, ha perso tantissimo anche nel suo sviluppo di gioco caratteristico. I bergamaschi non riuscivano a giocare in maniera pulita il pallone con le proprie catene laterali e complici anche i troppi movimenti incontro di Koopmeiners e Miranchuk, nessuno rimaneva in attacco per fissare e allungare la linea difensiva giallorossa. A parte un’occasione di Freuler avuta al 51esimo minuto dopo una bella triangolazione con Koopmeiners, non si sono registrate particolari sortite offensive degne di nota. Neanche gli ingressi di Malinovskyi, Boga e Muriel hanno cambiato di molto la prestazione generale della squadra atalantina.
Mourinho può ritenersi molto contento di come è stata la sua squadra sul campo. La Roma ha giocato una buona partita, meritando ampiamente la vittoria. La squadra della capitale ha dimostrato molta concretezza ed è stata capace di rispettare i propri principi di gioco a dovere. Gasperini, di contro, sicuramente sarà stato deluso dell’approccio dei suoi giocatori e dal risultato. Neanche i cambi hanno deciso in maniera positiva la partita della squadra bergamasca.
Analisi tecnico-tattica di Giuseppe Duca